Domenica 19 | 17:00

Antonio Ballista

Domenica 19 | 17:00

Antonio Ballista

"Shortcuts"

genere: classica, contemporanea

Concerto della durata di due ore.

PROGRAMMA

Shortcuts
50 Autori 

Il titolo di questo concerto può dare un senso di panico: chissà quanto durerà l’esecuzione di 50 pezzi musicali! Sebbene la durata effettivamente superi quella normale, i brani in programma durano pochi minuti e taluni solo una manciata di secondi.  

Ma come è avvenuta la scelta di queste composizioni? Mi interessava far conoscere l’esistenza di brani in cui, anche in poche battute, gli autori fossero riusciti a esprimere compiutamente la loro poetica. Ne è venuto fuori un caleidoscopio di mondi diversissimi e, contemporaneamente, una sfida alla capacità dell’esecutore, nel continuo travestimento del suo animo.  

Inoltre, essendo queste composizioni difficilmente collocabili nei programmi usuali per la loro eccentrica durata, quasi tutte si presentano come autentiche novità. Quindi, a parte pochissime eccezioni, la loro esecuzione rimarrà un unicum nella vostra vita. Per aiutare l’ascoltatore a orientarsi in questa frenetica parata e a non confondersi nella successione, presenterò ogni titolo con un’ardita sintesi di sole nove parole. 

Prima parte

GIOVANNI B. MARTINI (1706 – 1784) (trascrizione J. S. Bach) – Adagio (da Un Concerto per Oboe) 
Un grande recitativo in formato pianoforte nello stile declamato. 

JEAN-PHILIPPE RAMEAU (1683-1764) – La Poule (dalla Suite in Sol RCT6)
Dimentichiamo il coccodè, vediamo qui dischiudersi la sonata classica. 

JOHANN S. BACH (1685 – 1750) (trascr. Myra Hess) – Herz und Mund und Tat und Leben (dalla Cantata N° 147) 
L’architetto Bach può arrivare a commuoverci molto profondamente. 

CHRISTOPH W. GLUCK (1714 – 1787) (trascr. Giovanni Sgambati) – Melodia 
Da “Orfeo e Euridice” Gluck fa resuscitare i morti. 

JOSEPH HAYDN (1732 – 1809) – Allegretto in Sol maggiore da un brano per orologio meccanico Hob:XVII:10  
Anche nella costrizione meccanica rimane sempre maestro della sorpresa. 

WOLGANG A. MOZART (1756 – 1791) – Marcia Funebre del Sig. Maestro Contrapunto K453a  
Sublime ambiguità. Una musica tragica con un titolo buffonesco. 

LUDWIG VAN BEETHOVEN (1770 – 1827) – Bagatella in Do maggiore WoO54 “Lustig – Traurig” 
 Allegria contro tristezza. Talvolta Beethoven gioca ai quattro cantoni. 

FRANZ SCHUBERT (1797 – 1828) – Valzer in Sol maggiore D844  
Quando suonava agli amici, il cielo scendeva in terra. 

GIOACCHINO ROSSINI (1792 – 1868) – Da Musique Anodine: Prélude Dietro tutto questo divertimento c’è soltanto il vuoto. 

ROBERT SCHUMANN (1810 – 1856) – “Tema” RSW:Anh:F39  
Una piccola tagliente nostalgia rimasta intrappolata in un cassetto. 

FRÉDÉRIC CHOPIN (1810 – 1849) – Preludio Op. postuma “Al Mio Amico Pierre Wolff” 
Anche questo preludio illegittimo ci riserva un pianismo trasumanato. 

JOHANNES BRAHMS (1833 – 1897) – Sarabanda in La minore Wo05/1
Niente di barocco; le acque nere dei parchi nordici. 

FRANZ LISZT (1811 – 1856) – Bagatella senza tonalità (estratto)  
È possibile concepire un valzer diabolico eppure anche ameno? 

RICHARD WAGNER (1813 – 1883) – Foglio d’Album  
La tenerezza di un idillio di Sigfrido in sedicesimo. 

GIUSEPPE VERDI (1813 – 1901) – Valzer in Fa maggiore 
Ovvero la forma mitteleuropea per eccellenza, cucinata all’emiliana. 

CHARLES GOUNOD (1818 – 1893) – Marcia Funebre di una Marionetta Già: la paura ha spesso qualcosa di ineluttabilmente meccanico. 

JOULES MASSENET (1842 – 1912) – Melodia: “Elégie jouée dans les Erynnies”  
Perfino nella melodiosa Arcadia riecheggia il ghigno della morte. 

EMMANUEL CHABRIER (1841 – 1894) – Ballabile  
Lo scettico si soddisfa con l’ebbrezza dell’istante. 

PYOTR I. TCHAIKOVSKY (1840 – 1893) (trascr. Sergej Rachmaninov) – Berceuse  
La ninna nanna del vento che muove la culla. 

GABRIEL FAURÉ (1845 – 1924) – Allegresse  
Un giovanile fervore del tutto insolito in questo musicista. 

EDVARD GRIEG (1843 – 1907) – Arietta  
Tutto il mondo può essere contenuto in una stanza. 

ERIK SATIE (1866 – 1925) – La Diva de l’Empire  
Pausa di Satie dalle sue scorribande nel Surrealismo Dada. 

LEOPOLD GODOWSKY (1870 – 1938) – Alt Wien 
Commosso, impotente, assisto all’inabissarsi dell’insostituibile tradizione viennese. 

ALEXANDER SCRIABIN (1872 – 1915) – Poème Fantasque  
Ricordo del demonio lisztiano e preannuncio dello gnomo raveliano. 

MAUEL DE FALLA (1876 – 1946) (trascr. pianistica dell’autore) – Danza del Molinero (da “Il Cappello a Tre Punte”)  
Nessuna ombra, solo il sole a piombo del mezzogiorno. 

Seconda parte

CLAUDE DEBUSSY (1862 – 1918) – D’un Cahier d’Esquisses  
Titolo modesto per un’abissale evocazione del mare aperto. 

DARIUS MILHAUD (1892 – 1974) – Tango des Fratellini  
Musica frenetica che i clown Fratellini interpretavano a rallentatore. 

MAURICE RAVEL (1875 – 1937) – Prélude  
Ritmo di danza congelato in una lastra di cristallo. 

GEORGE GERSHWIN (1875 – 1937) (trascr. dell’Autore) – The Man I Love  
Dall’uomo ideale all’accettazione di un giovanotto qualunque. 

IGOR STRAVINSKY (1882 – 1971) – Piano - Rag - Music  
Dedicato a Rubinstein, che lo snobbò perché troppo percussivo. 

GIACOMO PUCCINI (1858 – 1924) – Piccolo Valzer 
Una inaspettata anticipazione della Bohème nella primitiva versione pianistica. 

FRANCIS POULENC (1899 – 1963) – Premier Mouvement Perpetuel  
Basta acquari e filosofemi! Ritorniamo alla chiarezza dei clavicembalisti 

PAUL HINDEMITH (1895 – 1963) – Ragtime (dalla Suite “1922” Op.26)
Hindemith prescrive: suonate impetuosamente, trattando il pianoforte senza riguardi! 

SERGEI PROKOFIEV (1891 – 1953) (trascr. dell’Autore) – Marcia (da “L’Amore delle Tre Melarance”)  
Un mondo di fiaba colla regia di un mago. 

GIANFRANCESCO MALIPIERO (1882-1973) - “Il tarlo”
Reiterate ripetizioni ossessive. Raramente un titolo musicale più appropriato. 

KARLHEINZ STOCKHAUSEN (1928 – 2007) – Klavierstueck III  
La fredda accensione di un razzo scagliato della notte. 

JOHN LENNON (1940 – 1980) PAUL McCARTNEY (1942) (trascr. Alessandro Lucchetti) – Back in the U.S.S.R.  
Dagli americani considerati comunisti, dai russi lacchè del capitalismo. 

LA MONTE YOUNG (1935) – Composition 1960 #7  
Un solo accordo, da far risuonare fino all’estinzione. 

NICCOLO CASTIGLIONI (1932 – 1996) – La Fontanella di Ganna (da “Come Io Passo l’Estate”)  
Aspirazione alla purezza inattingibile delle cime dell’Alto Adige. 

MORTON FELDMAN (1926 – 1987) – Intermission 6 
La successione dei suoni deve essere scelta dall’esecutore. 

HECTOR VILLA – LOBOS (1887 – 1959) – O Policinello (da “La Prole do Bebè”)  
Melodia di strada, centrifugata in un frenetico virtuosismo pianistico. 

PAOLO CASTALDI (1930 – 2021) – Caro Babbo  
Stravinskij fa dissonare i classici, Castaldi fa consonare Stravinskij. 

GYÖRGY LIGETI (1923 – 2006) - Allegro con Spirito (da “Musica Ricercata”)
Contiene solo quattro note, ma non te ne accorgi. 

JOHN CAGE (1912 – 1992) - 1’ 30’’  
A Cage interessano tutti i suoni, anche il silenzio. 

LUCIANO BERIO (1925 – 2003) – Erdenklavier  
Nel gran coda nero risuonano i campanacci delle mucche. 

ALFREDO CASELLA (1883-1947) - Carillon
L’uomo senza volto dei manichini di De Chirico

BRUNO CANINO (1935) – Il mio ritratto  
Il mio ritratto: non sapevo di essere così volubile. 

SALVATORE SCIARRINO (1947) – Anamorfosi  
Tre motivi di dolcezze sovrapposte generano un faceto Frankenstein. 

ALESSANDRO LUCCHETTI (1958) – The Grey Veil  
L’esaltazione della tenerezza che c’è nella malinconia. 

GEORGE CRUMB (1929 – 2022) - Tora! Tora! – Cadenza Apocalittica (da “Macrocosmos” per pianoforte amplificato)  
Sgomentevole tsunami con incorporato perfino l’urlo del kamikaze. 

Antonio Ballista
Antonio Ballista, pianista e direttore d’orchestra, fin dall’inizio della carriera non ha posto restrizioni alla sua curiosità e si è dedicato all’approfondimento delle espressioni musicali più diverse. Da sempre convinto che il valore estetico sia indipendente dalla destinazione pratica e che le distinzioni di genere non debbano di per sé considerarsi discriminanti, i suoi programmi talvolta escono dall’ambito rituale del concerto, accostando al repertorio classico ha effettuato personalissime escursioni nel campo del ragtime, della canzone italiana e americana, del rock e della musica da film, agendo spesso in una dimensione parallela tra la musica cosiddetta di consumo e quella di estrazione colta. Dal 1953 suona in duo pianistico con Bruno Canino, una formazione d’ininterrotta attività la cui presenza è stata fondamentale per la diffusione della nuova musica e per la funzione catalizzatrice sui compositori. Ha suonato sotto la direzione di Abbado, Bertini, Boulez, Brüggen, Chailly, Maderna e Muti e con l’Orchestra della BBC, il Concertgebouw, La Filarmonica d’Israele, la Scala di Milano, i Wiener Philarmoniker, la London Symphony, l’Orchestre de Paris, le Orchestre di Philadelfia e Cleveland e la New York Philarmonic ed ha collaborato con ensemble come i Cameristi del Maggio Musicale Fiorentino, i Solisti dei Berliner Philharmoniker e dell’Accademia Teatro alla Scala. E’ stato invitato ai festival di Parigi, Edimburgo, Varsavia, Berlino, Strasburgo, Venezia, Maggio Musicale Fiorentino. Hanno scritto per lui Berberian, Berio, Boccadoro, Bussotti, Canino, Castaldi, Castiglioni, Clementi, Corghi, De Pablo, Donatoni, Giuliano, Gorli, Luca e Daniele Lombardi, Lucchetti, Morricone, Mosca, Panni, Picco, Sciarrino, Sollima, Toni e Ugoletti. Ha effettuato tournées con Berio, Dallapiccola e Stockhausen ed ha collaborato con Boulez, Cage e Ligeti in concerti monografici. E’ fondatore e direttore dell’ensemble Novecento e Oltre, formazione stabile che ha esordito nel 1995 e il cui repertorio va dal Novecento storico fino alle più recenti tendenze. La sua collaborazione con il soprano Lorna Windsor comprende programmi che sfidano i confini tra concerto e spettacolo teatrale. Ha inciso per La Bottega Discantica, Emi, Rca, Ricordi, Wergo. Ha insegnato nei Conservatori di Parma e Milano e all’Accademia Pianistica “Incontri col Maestro” di Imola. Antonio Ballista è noto anche per la sua attività di artista grafico. Sue opere sono presenti nella collezione Pietro Bellasi e Caterina Papegeorgiu dell’Università di Volos (Tessaglia), e nella collezione permanente dell’Akademie der bildenden Kunste-Kuepferstichkabinet di Vienna.

Triennale Milano Teatro

Via E. Alemagna 6

Restiamo in contatto

Per avere informazioni o per qualsiasi segnalazione
scrivi una email a: info@pianocitymilano.it

Iscriviti alla newsletter

Se vuoi rimanere informato sulle nostre attività
iscriviti alla nostra Newsletter